Al momento ci sono movimenti musulmani in Libano che stanno partecipando al conflitto bombardano alcuni obiettivi militari in Israele, ai quali Israele risponde bombardando in territorio libanese. Tali scontri stanno causando un grosso esodo di libanesi che dal sud lasciano le proprie case ed emigrano verso aree interne più sicure. L’esercito israeliano sta bombardando il Libano meridionale con materiali incendiari al fosforo, prendendo di mira terreni agricoli con l’obiettivo di bruciarli e di non renderli più coltivabili.

Il Libano è in uno stato di insicurezza totale: da un lato la minaccia di allargamento del conflitto Israelo-palestinese, dall’altro una crisi economica e materiale che affligge la popolazione da troppo tempo per la quale ancora non si intravede una via d’uscita. I libanesi sono stremati.
Il Libano non ha ancora un Presidente della Repubblica così che il governo dimesso si limita a condurre l’ordinaria amministrazione senza prende decisioni che mettano in sicurezza il paese e i suoi cittadini.

Inoltre, il mandato del comandante dell’esercito scade tra meno di un mese. I partiti politici perdono tempo accusandosi a vicenda per non prendere una decisione così che restano incerte le sorti dell’esercito libanese, che in questo momento sono cruciali. Il Libano ha perso capacità, desiderio e denaro. Non è più in grado di rialzarsi come normalmente faceva dopo una crisi o una guerra.

Anche se non è ancora entrato direttamente in questa guerra, il Libano subisce le conseguenze della guerra in corso ai suoi confini. Il cibo e il latte per i bambini sono diventati molto costosi, così come petrolio e benzina. I medicinali cominciano a scarseggiare nelle farmacie e negli ospedali.

Sono pochi i cittadini che hanno iniziato ad immagazzinare cibo, medicine e materiali per il riscaldamento, mentre la stragrande maggioranza della popolazione è bloccata nelle proprie case, confusa su cosa fare, dove fuggire e come sostenere le proprie famiglie. Alcuni che vivono nelle zone meridionali pericolose, esposte ai bombardamenti, rimangono nei loro villaggi perché non hanno alternative.

Il governo, o ciò che ne resta, ha preparato un piano di emergenza in caso di guerra, ma non dispone di risorse finanziarie per la sua attuazione. L’aeroporto ha elaborato un piano di fuga nel caso venga bombardato, ma dove scapperanno? Le scuole hanno sviluppato un piano alternativo per l’istruzione e un piano di fuga per gli studenti in caso di esposizione improvvisa ai bombardamenti. Ma chi tutela gli studenti finché non raggiungono le loro famiglie?

Mentre lo Stato è completamente assente e non rassicura la sua popolazione, le organizzazioni umanitarie e associazioni di ogni tipo cercano di prepararsi in caso di emergenza allestendo ospedali da campo e immagazzinando medicinali e generi di prima necessità, in particolare nelle zone vicine al confine con Israele.

Ma questo non basta, purtroppo! La nostra unica speranza è che la pace prevalga nei cuori, che le differenze, i conflitti, le divisioni e le ambizioni avide scompaiano in modo che il mondo intero possa godere della pace.

La campagna “Un letto per Yunes” ha raggiunto l’obiettivo degli 800 €.

Yunes, pensionato di 86 anni di Beirut, di cui ti abbiamo raccontato tempo fa, grazie alle donazioni ricevute avrà un materasso nuovo e la sua camera verrà ristrutturata e dipinta. Più avanti avrò il piacere di mandarti le foto e i ringraziamenti di Yunes.

Grazie

Claudette Hage
Coordinatrice Progetti in Libano 

PS: Spero presto di poterti mandare notizie positive, questo vorrebbe dire che il conflitto si è risolto e che il Libano e la sua popolazione sono usciti da questa situazione di angoscia e di preoccupazione. Nel frattempo, non far mancare il tuo aiuto alle famiglie libanesi, sostieni il nostro programma di supporto alla popolazione in emergenza economica oppure attiva il sostegno a distanza.