Punto Missione lavora a Makebuko, un piccolo municipio situato nella provincia di Gitega, nella parte centrale del Burundi. Il territorio di Makebuko è di tipo collinare caratterizzato da un susseguirsi di pendii delimitati da vallate frequentemente acquitrinose. La popolazione totale conta circa 100.000 abitanti con una densità di popolazione di 582,8 abitanti per km2, una delle più alte della provincia.

Circa l’80% dei burundesi vive di agricoltura, settore che rappresenta il 39,6% del Pil. La percentuale di suolo destinata all’agricoltura in Burundi è del 73,3%, di cui il 38,9% è arabile (caratterizzato da bassa fertilità ed erosione). I piccoli agricoltori rappresentano il 90% della popolazione rurale. Il settore informale ne comprende il 90%, di cui il 42%, soprattutto giovani, è sottoccupato. Il 90% della popolazione rurale è esclusa dai servizi finanziari.

La maggior parte degli agricoltori pratica, di fatto, un’agricoltura di sussistenza. L’allevamento è essenzialmente di tipo tradizionale e quello su larga scala è quasi inesistente. Si allevano principalmente bovini, capre, pecore e pollame. Le filiere di produzione animali locali sono particolarmente incentrate sulla lavorazione dei latticini, la vendita delle carni o la produzione di concime organico. La produzione nazionale di carne, latte e uova è però molto insufficiente rispetto alla domanda nazionale, e il fabbisogno cresce rapidamente con la popolazione.

La Cooperativa Imbura Makebuko (“Raccogli Makebuko”), nostro partner operativo, è il risultato del processo di conversione intrapreso dall’associazione agricola femminile Dukunde Ibikorwa Twitezimbere, in cooperativa.  Il processo ha permesso di includere tra i soci giovani diplomati e laureati, che hanno contribuito non poco ad elevare le competenze del board, e ha coinvolto gli associati in un percorso di empowerment finalizzato ad elevare capacità e competenze per un’efficace gestione cooperativa. Oggi la cooperativa conta 50 membri (44 donne e 6 uomini).

La cooperativa sta potenziando le proprie attività produttive anche grazie ad un moderno sistema di irrigazione alimentato a pannelli solari e l’applicazione di tecniche agricole sostenibili in linea con i principi di conservazione ambientale. Al raggiungimento di tale risultato hanno contribuito, a vario titolo, la Fondazione Punto Missione, i Frati Carmelitani Scalzi, l’Ong locale Agriterre, leader nella formazione e nell’accompagnamento cooperativistico e l’attuale coordinatrice del progetto, Madame Spéciose Gacoreke, consulente agronoma, docente universitaria e imprenditrice agricola burundese.

Negli ultimi due anni la Cooperativa ha convertito una parte dei propri terreni alla coltivazione di colture più redditizie: soia, patate, mais, fagioli accrescendo la propria redditività del 15%. Tra gli obiettivi della Cooperativa è primario quello di poter generare un maggior beneficio economico ai soci che nel frattempo beneficiano di un piccolo ritorno economico e di prodotti agricoli, fondamentali per il sostentamento del nucleo famigliare.

Durante i giorni passati in Burundi, con la presenza di Beppe e Marina, storici volontari di Punto Missione, abbiamo avuto modo di verificare l’andamento delle attività della cooperativa: agricoltura, forestazione e allevamento. I terreni della cooperativa si estendono su quattro ettari: due ettari sono coltivati a frutta, ortaggi, legumi e mais, un ettaro a foraggio (piantato nel corso del 2023, già a buon punto) per l’alimentazione del bestiame, e circa un ettaro è dedicato a riforestazione (eucalipto, al momento ancora giovane).

I terreni sono ben coltivati, le colture sono floride, in particolare il mais e il foraggio. Le piogge del periodo sono abbondanti, stanno permettendo una buona crescita. Nella stagione secca si aziona invece l’impianto di irrigazione. I soci della cooperativa lavorano a squadre, su turni, ognuno lavora 2/3 volte la settimana. Inoltre, il bestiame è in buone condizioni: sono due le vacche, una incinta, ed un toro di razza destinato alla riproduzione. Producono letame necessario alla fertilizzazione dei terreni.
La finalità è quella di dividersi più prodotti possibili, ad alto valore nutrizionale, per il miglioramento del fabbisogno nutrizionale dei nuclei famigliari, in particolare tramite l’apporto di proteine fornite dai legumi. Non è raro che una famiglia possa permettersi un solo pasto al giorno, spesso senza alcun tipo di proteina.  

Il prossimo passo è quello di ampliare le attività della cooperativa potenziando l’allevamento, a partire dall’allevamento di suini, dal momento che la cooperativa possiede già due porcilaie ben strutturate. Oggi la produzione agricola è quasi alla sua massima capacità e avviene tramite l’applicazione di moderne tecniche agricole sostenibili, proprie dell’agricoltura rigenerativa, con un sistema di irrigazione alimentato da energia solare.

L’allevamento invece, necessità di essere sviluppato. Sarà finalizzato sia ad aumentare il reddito della cooperativa, dal momento che la carne di maiale è molto richiesta nel paese, che alla diffusione dell’allevamento tra i soci, con l’obiettivo di un aumento generale del benessere e della sicurezza alimentare nel contesto. Si è constatato che migliorando le tecniche impiegate in agricoltura, prettamente organiche, è migliorata la resa e la resilienza dei terreni con il risultato che i soci le applicano nei propri terreni dando vita a fenomeni di emulazione anche tra i non soci.

Puntiamo ad ottenere lo stesso risultato tramite l’allevamento di suini, già abbastanza praticato nel territorio. Perché proprio i suini? Sono animali a crescita molto rapida. Bastano 6-7 mesi per portare un maialino da 1,2 kg a 90-100 kg. È un animale molto prolifico. Produce carne senza contribuire al deterioramento dei pascoli e dei raccolti naturali. Contribuisce alla fertilizzazione del terreno attraverso i suoi escrementi. 

Silvia Daminelli
Referente area progetti